Nell'anno in cui tocca nuovamente a Treyarch provare a soddisfare la nostra insaziabile voglia di FPS, il team di sviluppo assoldato da Activision ci risponde con il numero 2 di Call of Duty Black OPS.

Nel non semplice compito di esprimere una critica su di un gioco capace di circondarsi di haters e innamorati pazzi come una calamita in una cassa di chiodi,la prima cosa che va detta è che Call of Duty Black OPS 2 vuole essere un titolo nuovo sotto tutti i punti di vista e, dopo averlo provato, non si può che gioire con un bel "Mission Accomplished". Dalla Campagna, al comparto multiplayer, alla ormai immancabile modalità zombie le novità introdotte sono tante e soprattutto sostanziali. Prendetevi questi 5 minuti e sedetevi comodi, torniamo a parlare di Call of Duty.

La Campagna
La storia che ascolteremo durante il gioco vanta un autore di un certo calibro: se il nome David Goyer non vi dice nulla, vi basta sapere che a questo signore dobbiamo la sceneggiatura della trilogia del Batman di Nolan e del nuovo Superman, giusto per citare le due più importanti. Goyer ci vuole invischiati nelle vicende che vedono la CIA dare la caccia al malvagio di turno, un certo Menendez, con salti temporali lunghi più di 40 anni tra il passato ed il futuro.

Se state già sentendo puzza di ovvio misto allo scontato, rinfoderate pure il naso, non è così. Prima di tutto perchè la trama è così intricata e articolata che si alternano i momenti in cui l'unico desiderio è scorticare vivo Menendez a quelli in cui invece si arriva quasi a comprendere la sua tremenda sete di vendetta, in un racconto spesso violento e crudo che in alcuni punti sembra fare il possibile per meritarselo tutto quel 18+ stampato sulla cover. Non solo, come testimonia la nostra guida ai diversi finali del gioco, in buona parte delle missioni che compongono la campagna veniamo posti davanti a delle scelte cruciali che vanno ad influenzare direttaemnte il proseguire della storia ed il suo epilogo. La decisione da prendere all'imbocco di questi bivi narrativi non è sempre scontata, ma se il giocatore ha voglia di approfondire, il titolo offre la possibilità di seguire delle piste a margine di quelle che portano agli obiettivi principali per scoprire nuovi dettagli sulla trama e sui personaggi, in modo da essere veramente consapevole di ciò che sta facendo quando è il momento di scegliere, ad esempio, di giustiziare o graziare un personaggio chiave. La longevità del titolo non può che beneficiare di tutto ciò, e le 7-8 ore richieste in media per completare la campagna a difficoltà Normale diventano facilmente molte di più quando si viene presi dalla voglia di vedere un finale alternativo e gli eventi che portano ad esso, mischiando le carte in tavola e prendendo decisioni completamente diverse.

Parlando di gameplay nudo e crudo, i signori di Treyarch non potevano certo correre il rischio di abbandonare completamente la strada battuta da un franchise che ha macinato ormai milioni di trilioni di copie vendute. Di conseguenza, se avete giocato i precedenti capitoli, sarete subito a vostro agio con il sistema di controllo già ampiamente collaudato che permettte di muoversi agevolmente nella classica azione frenetica, a sua volta immersa in meccaniche di gioco da FPS puro.

Anche in questo frangente però non mancano gli input volti ad innovare. Prima di tutto notiamo che all'inizio di ogni missione possiamo scegliere la nostra dotazione, quasi come se ci stessimo preparando ad una partita multiplayer. Iniziando a giocare e completando le prime missioni si sbloccano via via una moltitudine di armi, granate, accessori futuristici e addirittura perk (abilità) che fino ad ora erano rimasti confinati nelle partite online. Appare subito evidente l'intenzione di non fissare molti vincoli sull'armamentario da usare: le situazioni in cui è necessario servirsi di una ben precisa arma o gadget per proseguire sono poche, mentre è sempre il giocatore a decidere quali strumenti utilizzare per farsi strada tra le fila nemiche, muovendosi in livelli che raramente danno l'impressione che si stia procedendo sui soliti binari.

Un'altra importantissima novità è rappresentata dalle Strikeforce. Si tratta di una sorta di mini-livelli posti in punti strategici della campagna in cui si abbandona il classico gameplay per andare a prodigarsi in una sorta di RTS in prima persona. Pur avendo l'intera mappa sotto controllo grazie ad una visuale satellitare possiamo scegliere di andare a "possedere" un'unità di fanteria, un drone o un veicolo controllandolo direttamente, con obiettivi che si alternano tra l'attaccare una posizione o difenderla. L'intento di spezzare la monotonia "fisiologica" degli FPS è certamente riuscito, ma chi ha giocato i veri strategici in tempo reale noterà subito i limiti dell'interfaccia di comando che portano inevitabilmente a preferire il controllo in prima persona delle singole unità, magari switchando freneticamente tra una e l'altra. Questo comunque non basta a ridurre le Strikeforce a delle piccole variazioni sul tema fini a se stesse, in quanto anche l'esito di queste missioni avrà importanti ripercussioni sulla trama.

L'unico aspetto della campagna in cui Call of Duty Black OPS 2 mette il piede in fallo è l'intelligenza artificiale. La sfida proposta a difficoltà Normale risulta quasi inconsistente per il giocatore medio dotato di tutte e dieci le dita, e rimane caldamente consigliato giocare direttamete a Difficile. A questo livello di difficoltà ha un senso sfruttare le possibilità offerte dal buon level design e bisogna per forza di cose affidarsi alle coperture, mentre alcuni dei limiti di questa IA non certo perfetta vengono ben bilanciati dalla buona mira dei soldati nemici e dalla loro ossessione nel lanciare granate.

Dal punto di vista tecnico tutto è al suo posto: come al solito qualcosa viene sacrificata, soprattutto in termini di qualità delle textures, a vantaggio di una fluidità che risulta invece ineccepibile. Sul finire di questa generazione di console abbiamo sicuramente visto di meglio, ma nel complesso ,per dettagli e resa visiva globale, il gioco riesce ad accontentare anche coloro che danno molta importanza alla grafica. La colonna sonora e gli effetti danno il loro giusto contributo, ed anche il doppiaggio in italiano ha ricevuto una buona dose di attenzione, con la presenza di un certo Giancarlo Giannini che doppia uno dei personaggi principali, il cattivone Menendez.

Zombie
Quando eravamo bramosi di carpire nuovi dettagli sul prossimo Call of Duty lo sviluppatore si è sbilanciato affermando che questa volta la modalità zombie sarebbe stata praticamente una seconda campagna. Abbastanza vero, ma non troppo. Sicuramente non abbiamo davanti la struttura a livelli completamente slegati tra loro che abbiamo visto nei precedenti capitoli. Pur restando invariate le regole base (fronteggia le varie ondate trifolando gli zombie, guadagna soldi e compra nuova roba), le aree disponibili ora possono essere esplorate liberamente, anche saltando da una all'altra, servendosi di un bus che è sempre disponibile. Inoltre, disseminate per la mappa, troveremo diverse parti di oggetti che portate agli appositi piani da lavoro e combinate adeguatamente danno vita ad accessori più utili che faciliteranno di molto le cose. Questa cianfrusaglia però non viene in alcun modo evidenziata rispetto agli altri elementi fissi che compongono lo scenario: non ci sono icone o testi che la contraddistinguono, bagliori, luccichii, niente. Se si vuole costruire qualcosa bisogna quindi prodigarsi in una sorta di caccia al tesoro in cui siamo chiamati a piagiare su qualsiasi oggetto "sospetto" per scoprire se può essere prelevato o se rimarrà per sempre ancorato al fondale, il tutto avendo alle calcagna orde di non-morti famelici che non vedono l'ora banchettare con le nostre sode carni. Trovata che può sembrare interessante all'inizio, ma che può finire per scocciare sul lungo periodo.

Multigiocatore
La modalità online di Call of Duty Black OPS 2 si presenta al suo esigente pubblico con 14 mappe, alcune di piccole dimensioni, altre molto più vaste anche in senso verticale. Per quel che riguarda le modalità di gioco, oltre a quelle classiche che non hanno bisogno di presentazioni, spicca la nuova partita a tre squadre, dove i concorrenti all'obiettivo non sono più due, ma tre team, aggiungendo così un bel pò di pepe alla più che collaudata ricetta. A confermarci che questo capitolo proprio non vuole farsi mancare nulla, ritroviamo anche le sfide come Gun Game, One in The Chamber ed altre, oltre alla possibilità di imbastire delle partite di allenamento altamente personalizzabili contro dei bot.

Passando alle meccaniche di gioco veniamo anche qui travolti da una serie di novità. Prima di tutto nella composizione del loadout pre-partita notiamo il sistema Pick 10. Ora, nella scelta dell'equipaggiamento da portare in battaglia, abbiamo a disposizione 10 slot in totale. Armi, gadget, granate, perk, tutto ha un peso che contribuisce a diminuire quello massimo a disposizione, rendendo ancora più accurata la scelta della dotazione che non può che adattarsi al proprio sistema di gioco.

Altra novità assoluta è l'abbandono delle Killstreaks (serie di uccisioni) a favore delle Scorestreaks (serie di punti). Gli ormai famosi "premi" da utilizzare in battaglia come il drone o l'attacco aereo non si guadagnano più infilando una dopo l'altra un certo numero di uccisioni, ma accumulando un tot di punti senza morire. Ecco quindi che oltre alle uccisioni, diventano importanti le assistenze, cattura delle bandiere, e tante altre azioni fondamentali nell'economia del gioco, valorizzando come mai prima d'ora il gioco di squadra e chi gioca per la squadra.

La guida agli sbloccabili della modalità multiplayer ci da l'idea del tripudio di roba da sbloccare che la modalità online di questo nuovo COD mette a disposizione delle nostre avide manone. Inoltre, Perk, armi, Wildcard, Scorestreaks e tutto il cucuzzaro guadagnati con l'avanzamento ad un nuovo livello, devono essere comunque sbloccate utilizzando i gettoni che si ottengono in ricompensa ad ogni nuovo rank raggiunto, e dal momento che i gettoni non bastano per sbloccare tutto, anche in questo frangente le scelte "d'acquisto" devono essere oculate. In questo modo anche i vari Prestigio raggiunti assumono un ruolo più importante, in quanto permettono di sperimentare ciò che nel precedente giro era stato scartato, portanto così la longevità a livelli assurdi, almeno fino all'arrivo del nuovo Call of Duty.

In breve...
La campanga con finali multipli ha molte più cose da dire, il multiplayer gode di novità che lo rendono ancora più allettante e, come se non bastasse, resta da aggiungere la modalità Zombie che da sola varrebbe un buon mezzo-gioco-completo.

Chi puntava sul tracollo della serie, sperando di vederla affogare in una sontuosa coppa di "more of the same" può mettersi l'anima in pace. Rendere nuovo una volta l'anno un gingillo che funziona così bene non è impresa semplice, ma Treyarhc ha puntato tutto proprio su questo ed i risultati sono più che soddisfacenti. Se non avete intenzione di comparlo perchè vi siete stancati del nome o magari del suo successo, sappiate che vi state perdendo un ennesimo "solito" Call of Duty capace allo stesso tempo di dimostrarsi nuovo sotto tutti i punti di vista. I fan e gli amanti del genere FPS non potevano chiedere di meglio.

Voto 9,0

di Carmine "Cuccarone" Caroppo