Dopo l'incredibile quanto meritato successo ottenuto con la serie Batman Arkham, WB Games prova ancora una volta a sfatare il mito che vede produzioni cinematografiche e videogiochi un binomio raramente in grado di convincere fino in fondo, affidando ai signori di Avalanche Studios il compito di creare un'avventura videoludica ambientata nelle wasteland apocalittiche immaginate da George Miller.

E' molto probabile che vi stiate chiedendo qual è la posizione temporale occupata dal gioco rispetto ai fatti narrati nell'ultima pellicola del regista dedicata a Mad Max, "Fury Road". Dovete sapere che non solo gli eventi non sono collegati o sovrapponibili, ma che addirittura il team di sviluppo ha iniziato a lavorarci quando ancora i lavori veri e propri sul film non erano nemmeno iniziati, basandosi quindi solo su materiale di pre-produzione.

Nonostante questo gli Avalanche Studios sono riusciti a centrare l'obiettivo di sviluppare un mondo di gioco perfettamente coerente con quello in cui è ambientato il film: deserto dai colori forti e saturi, desolazione e follia con al centro i protagonisti indiscussi: i motori.

La storia
Anche la sequenza che da il via alla narrazione del gioco non si discosta più di tanto da quella del film: Max, riproposto con sembianze diverse da quelle dell'attore Tom Hardy, si ritrova derubato di tutto, compreso il suo inseparabile ferro a quattro ruote. E' qui che il nostro protagonista deve tirarsi su per salvare la pelle e soprattutto riuscire a raggiungere la sua meta, le Piane del Silenzio, dove spera riuscirà a trovare la pace e sconfiggere i suoi demoni.

Dopo averlo incontrato in modo del tutto fortuito, fin dalle primissime battute di gioco Max viene affiancato nel suo viaggio da Chumbucket, uno strano, folle, deforme ed abile meccanico che in ogni riga di dialogo riesce a dare un'idea di quanto sia radicato il "culto dei motori" nelle wasteland. "Chum" diventa contemporaneamente compagno, suddito ma anche guida di Max, dando l'impressione di conoscere bene le terre in cui la strana coppia si ritrova a vagare. E' grazie a lui che il protagonista riesce a recuperare un nuovo mezzo per spostarsi, un rottame che i due iniziano a modificare e potenziare per sopravvivere nel deserto, dove bisogna combattere o allearsi con bizzarri signori della guerra che rappresentano quindi l'ostacolo o il lascia passare verso la pace interiore di Max.

Il gameplay
Rispondiamo subito alla domanda che vi frulla in testa: 60% in macchina, 40% a piedi. Il gameplay di Mad Max è strutturato in modo tale da avere un'alternanza molto equilibrata tra le fasi in cui si controlla il protagonista in terza persona e quelle in cui si guida, con quest'ultime che sembrano comunque voler prevalere, anche se di poco.

Questa impressione viene confermata anche dalle opzioni disponibili per livellare e personalizzare uomo e veicolo, certamente sbilanciate per quantità verso quest'ultimo.
Per entrambi viene offerta la possibilità di migliorare le abilità, con potenziamenti che si rendono via via disponibili avanzando nella storia. Lo stesso vale per le modifiche estetiche che consentono al giocatore di affezionarsi alla sua Magnum Opus e di riconoscersi, per quanto possibile, nello stile di Max. Il tutto, ovviamente, ha un prezzo, espresso nella quantità necessaria di "rottami" per comprare le varie modifiche. I rottami, che si trovano sparsi nelle varie locations sotto forma di collezionabili o vanno raccolti saccheggiando i nemici o veicoli distrutti, rappresentano la valuta di gioco ed il motivo principale che spinge a completare anche la varie attività secondarie.

Ben presto, infatti, la mappa si costella di tante icone che indicano diversi punti di interesse, con un sistema che ricorda quello di Far Cry. Tutte le attività, come abbattere torri di guardia, ripulire covi di nemici o distruggere i loro convogli, contribuiscono ad indebolire l'influenza del cattivone di turno, tale Scrotus, sulla zona.

Tra le altre, è possibile anche conquistare delle strutture molto ben protette, le fortezze. Si comincia indebolendo le difese esterne attaccando con le armi equipaggiate sulla Magnum Opus, per poi infiltrarsi e far fuori tutti i nemici con un sistema di combattimento fortemente ispirato a quello iper-collaudato nella serie Batman Arkham. La ricompensa è allettante: il fortino catturato si trasforma in una base alleata che invia ad intervalli regolari una quantità costante di rottami,  ma funge anche da rifugio dove è possibile fare rifornimento e ripararsi nel corso delle spettacolari tempeste di sabbia che tormentano la zona.

In questo contesto si inseriscono tre capi-banda di fatto ostili, ma che in realtà sono minacciati dallo stesso Scrotus. Di conseguenza, in base alla regola che rende amico il nemico del tuo nemico, gli stessi sono disposti ad aiutare Max e Chumbucket nel loro viaggio, a patto che essi svolgano diversi lavoretti volti a salvaguardare le loro mura.

E'in tutto questo che si esprime l'anima free-roaming di Mad Max: all'inizio, nel corso del lungo prologo tutorial, sembra avere un'impostazione abbastanza lineare, ma dopo aver appreso le meccaniche di gioco potrebbe capitarvi di impiegare più di mezz'ora per raggiungere un obiettivo di missione che era li a 2 minuti da voi. Infatti, dal respingere un attacco di vandali motorizzati, al fermarsi ad assaltare un rifugio nemico contenente la preziosa acqua (che di fatto regola la salute di Max), al distruggere un convoglio nemico per rubare nuove decorazioni per la macchina, di motivi che per distrarvi dall'obiettivo principale ne avrete in buona quantità.

La Grafica
Anche dal punto di vista visivo Mad Max riesce a dare il meglio di se soprattutto quando si gira a bordo del proprio veicolo. Da qui sarà possibile infatti apprezzare le ampie distese desertiche, dal taglio artistico molto ispirato, che ricalcano perfettamente lo stile del film. L'alternarsi di giorno e notte consente di vivere sotto una luce completamente diversa le varie location che da vicino risultano povere di dettagli, ma nell'insieme offrono scorci veramente belli da vedere, grazie anche ad effetti particellari e di illuminazione sopra la media. La caratterizzazione dei personaggi è ben riuscita così come la loro realizzazione tecnica, ma alla lunga si nota fin troppo la loro omogeneità, con i nemici che alla fine sembrano tutti molto simili tra loro.

Consigliato... o no?
Se avete letto tutta la recensione avrete certamente notato che tutto sommato la prova di Mad Max non può che definirsi positiva. Il gameplay offre buoni spunti soprattutto sul versante macchina, l'impatto visivo è ottimo ed anche la colonna sonora fa il suo dovere restando sul tema portante del film.

Paradossalmente, la grossa spina nel fianco di questa produzione risiede nel suo essere per tutta la durata dell'avventura troppo simile a se stessa. Per buona metà del gioco, infatti, il livello di intrattenimento è ottimo, soprattutto grazie alla sapiente implementazione degli inseguimenti / scontri a bordo dei veicoli che per ovvii motivi sarete spinti a potenziare continuamente tuffandovi a capofitto nelle attività secondarie. Alla lunga però, il ripetere di quelle che alla fine saranno sempre le stesse azioni potrebbe portare ad uno sgradevole senso di monotonia, e la scarsa profondità della trama non farà altro che peggiorare la situazione.

Se vi è piaciuto il film e la sua ambientazione, o se vi intriga immergervi nel ruolo di due avventurieri che cercano di sopravvivere in un ambiente desolato popolato da malati dissennati dove sarà una macchina a farvi da roccia, o se vi piace l'idea del "destruction derby" mixata con intense scazzottate ed una buona dose di polvere da sparo, se, infine, vi stuzzica la possibilità di trasformare pezzo dopo pezzo un rottame in carro armato, allora Mad Max non vi deluderà. Se, al contrario, tutto questo vi lascia indifferenti, se cercate giochi dalla trama profonda che offrono opzioni di personalizzazione e livellamento del personaggio molto spinte, allora lasciatelo perdere o valutate l'acquisto solo ad un prezzo ridotto.

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